Uno spazio dove tornare a respirare

Qualche giorno fa, al termine di uno spettacolo teatrale, riascoltavo questa canzone di Niccolò Fabi. L’avevo dimenticata, messa in un angolo del “deposito di materiali” per l’animazione pastorale. L’ho riascoltata con uno spirito nuovo, l’ho sentita vera, rivolta personalmente a me. È proprio vero: la salvezza (e la guarigione) non si controlla, vince chi molla!

Buon ascolto!

Lascio andare la mano
che mi stringe la gola
Lascio andare la fune
Che mi unisce alla riva
Il moschettone nella parete
L’orgoglio e la sete
Lascio andare le valigie
I mobili antichi
Le sentinelle armate in garritta
A ogni mia cosa trafitta

Lascio andare il destino
Tutti i miei attaccamenti
I diplomi appesi in salotto
Il coltello tra i denti
Lascio andare mio padre e mia madre
E le loro paure
Quella casa nella foresta
Un umore che duri davvero
Per ogni tipo di viaggio
Meglio avere un bagaglio leggero

Distendo le vene
E apro piano le mani
Cerco di non trattenere più nulla
Lascio tutto fluire
L’aria dal naso arriva ai polmoni
Le palpitazioni tornano battiti
La testa torna al suo peso normale
La salvezza non si controlla
Vince chi molla
Vince chi molla

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